Come possiamo raffreddare il pianeta? Opzioni a breve e medio termine per evitare il riscaldamento globale
Secondo il CSS, la riduzione delle emissioni di gas serra e l’obiettivo svizzero delle emissioni nette pari a zero sono elementi fondamentali per combattere il cambiamento climatico. Ma il tempo stringe e la domanda su quanto le misure messe in campo finora e la loro attuazione siano sufficienti a fermare il riscaldamento del pianeta è quantomeno discutibile.
Il CSS ha quindi commissionato un rapporto peritale con l’obiettivo di offrire una panoramica delle opzioni disponibili sul piano tecnico per raffreddare il pianeta nei prossimi 10-20 anni. In particolare ne vengono discussi i seguenti aspetti:
- il loro potenziale impatto sullo sviluppo della temperatura globale;
- i loro prevedibili costi, rischi e benefici aggiuntivi;
- la loro idoneità a un eventuale impiego in Svizzera e l’impatto di tale impiego a livello locale;
- le corrispondenti lacune di conoscenza principali e i potenziali vantaggi attesi dal proseguimento della ricerca.
Concentrandosi su questi aspetti, vengono contestualizzate e analizzate diverse misure, quali la riduzione delle emissioni di metano nell’agricoltura, la cattura e lo stoccaggio di CO2 e la schermatura del sole per proteggere la Terra dalle radiazioni solari (Solar Radiation Management). Un capitolo è dedicato anche agli effetti del riscaldamento globale, con gli eventi meteorologici estremi che ne conseguono, e al modo in cui la Svizzera potrebbe adattarvisi.
Per la stesura del rapporto il CSS ha potuto ingaggiare due noti esperti, ossia Anthony Patt, professore di politica climatica al Politecnico di Zurigo, e Jean-Pierre Wolf, professore di fisica applicata all’Università di Ginevra.
Consulenza scientifica per la politica in tempi di crisi – Pubblicazione del Consiglio svizzero della scienza
Le raccomandazioni del Consiglio svizzero della scienza al Consiglio federale:
- Sviluppare strumenti e definire processi che consentano agli scienziati di inserire nell’agenda politica rischi nuovi e meno conosciuti. Gli scienziati devono potersi avvalere di uffici e servizi esistenti come punti di accesso per contattare gli attori dell’amministrazione e della politica. Questi punti di accesso devono essere resi noti alla comunità scientifica.
- Chiarire il mandato delle organizzazioni scientifiche finanziate con fondi pubblici:
a. Organizzare uno scambio regolare tra i presìdi delle sei principali organizzazioni scientifiche (swissuniversities, Consiglio dei PF, Accademie, Fondo nazionale svizzero, Innosuisse e Consiglio svizzero della scienza), la Cancelleria federale, una delegazione del Consiglio federale e i presìdi delle commissioni parlamentari;
b. Sollecitare swissuniversities, il Consiglio dei PF e la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (per quanto riguarda le strutture di ricerca d’importanza nazionale) a proporre alle loro istituzioni di definire un nuovo ambito di «third mission»: sviluppare e mantenere le capacità di consulenza scientifica in campo politico sia in tempi di crisi che in tempi normali. Le istituzioni che decidono di assumere questo nuovo compito dovrebbero includerlo nei loro processi di reporting e di monitoraggio;
c. Incaricare le Accademie di promuovere il coordinamento e la messa in rete di tutti gli esperti nel campo della consulenza politica. - Rafforzare la messa in rete tra scienziati ed esperti di gestione delle crisi (compresi i membri delle cellule di crisi permanenti all’interno dell’amministrazione), ad esempio attraverso corsi di formazione. Organizzare esercitazioni congiunte, che sfruttano le più recenti scoperte scientifiche per simulare situazioni dinamiche, aiutando così gli scienziati a comprendere i problemi della pratica e viceversa.
- Utilizzare la ricerca del settore pubblico per estendere i ponti tra politica e scienza e per identificare potenziali minacce, lacune di conoscenza e necessità puntuali di competenze supplementari. Coinvolgere sistematicamente la ricerca del settore pubblico nel ciclo politico, soprattutto nelle fasi iniziali di formulazione del problema o nell'elaborazione di opzioni d’intervento.
- Definire un sottoinsieme di commissioni extraparlamentari aventi una missione legata alla crisi o alla fase pre-crisi:
a. Adattare il quadro giuridico per garantire alla Commissione il margine di manovra necessario per agire indipendentemente dalla struttura amministrativa a cui è legata;
b. Definire i principi di governance (diritto di nomina, diritto di veto, procedure di selezione) per garantire una composizione adeguata dal punto di vista delle competenze. I principali criteri di selezione dovrebbero essere le competenze specialistiche e, per gli scienziati, l’eccellenza nel loro campo di ricerca;
c. Aumentare le strutture di supporto, come il segretariato e i fondi discrezionali, per le commissioni extraparlamentari che assumono un ruolo speciale nella gestione delle crisi. - Rivedere le «Istruzioni concernenti la gestione delle crisi nell’Amministrazione federale», specificando quando e come coinvolgere i consulenti esterni. È necessario definire regole per la nomina e l’istituzione di task force scientifiche, al fine di creare trasparenza e aumentare la legittimità:
a. Incaricare i presìdi delle sei principali organizzazioni scientifiche di nominare i membri della task force; ciò può includere un mirato bando pubblico e/o la pianificazione di meccanismi di selezione specifici per ciascuna delle principali organizzazioni scientifiche (nessuna cooptazione);
b. Rivedere periodicamente la composizione disciplinare della task force alla luce dello sviluppo dinamico della crisi.
c. Aggregare istituzionalmente la task force al Dipartimento responsabile, che la supporta in ambito amministrativo e comunicativo;
d. Definire regole di cooperazione, di condotta etica e di comunicazione per i membri della task force;
e. Prevedere un processo di escalation fino al Consiglio federale ed alle Commissioni della gestione del parlamento in caso di valutazioni fondamentalmente divergenti tra gli attori dell’amministrazione responsabili della gestione della crisi e gli scienziati coinvolti.
Rapporto (PDF, 3.9 MB): in tedesco e in francese
Leporello (PDF, 1.7 MB): in tedesco e in francese
Accettazione delle misure di crisi da parte della popolazione – Pubblicazione del Consiglio svizzero della scienza
La pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova i sistemi sanitari, l’economia e quasi tutti gli ambiti della vita. Il Consiglio svizzero della scienza CSS ha perciò analizzato come la Svizzera può prepararsi ad affrontare crisi future di vario tipo. A tal fine, si è avvalso della competenza sia di ricercatori, che di rappresentanti della società civile, dell’economia, della politica e dell’amministrazione. Le sue raccomandazioni riguardano la società, la politica e la scienza e si concentrano sull’aspetto dell’accettazione.
L’accettazione delle misure di prevenzione e di gestione delle crisi è un prerequisito per qualsiasi cambiamento di comportamento da parte della popolazione. In Svizzera, la democrazia diretta e il federalismo contribuiscono a sostenere queste misure. Se la crisi persiste, l’accettazione diminuisce. I responsabili politici devono quindi trovare il modo di rafforzare la coesione tra la popolazione. Per farlo, devono aprire nuovi sbocchi alla partecipazione, senza compromettere l'azione politica.
In tempi di grande incertezza, numerosi ricercatori si impegnano e forniscono strumenti decisionali. Il loro contributo è indispensabile per interpretare i dati e i risultati scientifici disponibili. Dapprima però, gli esperti devono chiarire il loro ruolo nella politica e nella società - sia per se stessi che nei confronti degli altri.
Sulla base della sua analisi, il CSS identifica campi d’azione e presenta raccomandazioni per la società, la politica e la scienza.
Rapporto (PDF, 5.1 MB): in tedesco, con sintesi in italiano
Rapporto (PDF, 5.1 MB): in francese, con sintesi in italiano
Rapporto (PDF, 5.7 MB): in inglese, con sintesi in italiano
Leporello (PDF, 2 MB): in tedesco e in francese
Workshop: Insegnamenti da trarre dalla pandemia di COVID-19 (11/31 agosto 2021)
In Svizzera la pandemia di COVID-19 è stata descritta come la più grave crisi dalla seconda guerra mondiale. Il sistema sanitario, l'economia e quasi ogni aspetto della vita sociale sono stati messi alla prova da un virus. Visto il corso di epidemie come quelle di SARS (2003), H1N1 (2009), MERS (2012), Ebola (2014) o Zika (2016), molte nazioni europee hanno concluso che le malattie infettive sono un problema per i Paesi lontani, soprattutto grazie ai progressi nella medicina intensiva e nella salute pubblica. La negligenza è stata un errore, ma un eccesso di zelo dall'altra parte sarebbe altrettanto dannoso, perché potrebbe rendere cieco il nostro Paese di fronte ad altri problemi.
Il Consiglio svizzero della scienza (CSS) è l'organo consultivo indipendente della Confederazione per la scienza, la formazione , la ricerca e l'innovazione. Nel programma di lavoro 2020 - 2023 si è interrogato su quale politica scientifica dovrebbe adottare la Svizzera per essere pronta ad affrontare gli imprevisti. Per comprendere meglio l'entità del problema, durante un workshop suddiviso in tre parti il CSS ha raccolto le opinioni di esperti e parti interessate.
Il dibattito si è concentrato sui seguenti punti:
- consenso nei confronti delle misure di prevenzione e di contenimento della crisi adottate dalle autorità;
- governance, cultura di leadership, e – soprattutto nel contesto svizzero – federalismo;
- comunicazione tra autorità, società civile e scienza.
Il workshop è stato diviso in tre fasi:
- insegnamenti da trarre dalla pandemia di COVID-19 (11 agosto 2021, mattina);
- insegnamenti a lungo termine (11 agosto 2021, pomeriggio);
- lezioni apprese dalle parti interessate (31 agosto 2021, mattina).
Impressioni e dichiarazione
11 agosto
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Andreas Wenger: “We as scientists can update our models every day – for us, it’s all about learning. But if the government has to change its estimation, it has to pay a price.” |
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Daniel Kübler: “Nothing worse than people just believing scientists telling them that there is no alternative to a certain measure. Public decisions should be only made after debate”. |
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Eva Maria Belser: “Each day of the crisis is a new crisis. Trust must be earned every day again.” |
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Marc Höglinger: “Right now, we are in a very dynamic situation and we should not put people into boxes. People that have not been vaccinated so far may still change their mind.” |
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Marie-Valentine Florin: “As the Covid-19 pandemic continues, we might need a shift from crisis management to risk management.” |
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Nicolas Levrat: “We should make a difference between the corona pandemic and the corona crisis. Those are different issues and they require different solutions.” |
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Oliver Nachtwey: “This pandemic is not only biological, but also social. It’s now time for a more integrated approach in science where different disciplines are working together.” |
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Pascal Wagner-Egger: “More researchers should be active on Social Media, in order to not cede the field to conspiracy theorists.” |
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Sarah Geber: “As scientists, we should improve our understanding on how to communicate uncertainties regarding scientific knowledge. And the population should be trained on how to cope with those uncertainties.” |
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Thomas Stocker: “Liability is key, both for the Covid-19 pandemic and the climate crisis.” |
31 agosto